sabato 15 ottobre 2011

Macolin e la scuola in movimento


@ Raffaello, La Scuola di Atene 1509-10, Stanza della Segnatura, Musei Vaticani
Alzò gli occhi e sorrise: le sartie pendevano dal fusto di trinchetto in un reticolo fitto di nodi e d'intrecci; con un balzo appoggiò il piede sulla prima grisella e cominciò ad arrampicarsi. Strizzò gli occhi, accecati dal sole, e sentì con piacere la pelle tirare sotto le incrostazioni saline. Lasciò che lo sguardo esplorasse l'infinita distesa oceanica, dalla schiuma vaporosa che si scioglieva a poppa alla linea fragile dell'orizzonte, in cui il cielo si versava nel mare...

Ehm... Scusate! Mi ero persa in fantasticherie piratesche... Tutto è cominciato mentre guardavo un video (Presa Diretta, Rai 3, puntata del 13.03.2011) sulla quotidianità in una classe elementare di Macolin e mi sono sfilati davanti una successione di corde e liane che pendono dal soffitto, tappeti elastici, banchi con le rotelle e trapezi volanti, così tra fare tanto d'occhi e cominciare a sognare c'è voluto meno di un secondo.
Ma procediamo con ordine.
Macolin è una ridente località del cantone bernese, immersa nei boschi, non lontano dal lago di Biel/Bienne. Qui ha sede il centro di allenamento della nazionale olimpica svizzera, con circuiti, campi, palestre, piscine a perdita d'occhio, in cui si allenano gli atleti di tutte le discipline. Le attività sportive però non si praticano soltanto a livelli d'eccellenza, ma si studiano anche. L'università federale dello sport ha, infatti, attivato da alcuni anni un progetto che misura l'impatto del movimento sul rendimento scolastico. Sì, perché nuove scoperte della neuroscienza hanno svelato che il lobo frontale del cervello è attivato dal movimento e quindi che le connessioni sinaptiche funzionano meglio se il corpo si muove. In Svizzera, sarà perché il mare non ce l'hanno, ma abbondano in armenti, tra 'il dire e il fare' c'è di mezzo solo un baffo di mucca e così è nata Schulebewegt: la scuola in movimento. Quella di Macolin è la pioniera. Il modello di questa scuola intende comprendere non solo il tempo trascorso entro l'aula ma anche quello che precede e segue direttamente l'orario delle lezioni, fino a suggerire, nella migliore delle ipotesi, un vero e proprio stile di vita. Il motto è: "il corpo è più di un semplice sostegno per la testa e a scuola abbiamo a che fare appunto non con la sola testa, ma con un essere umano nel suo complesso." (Phuese, 2004).
L'attività fisica è integrata alle altre materie: si alterna la comunicazione nozionistica con  esercizi ginnici e forme di gestualità corporea, come pure canti o recite ritmate. Nel cosiddetto “Dual Tasking”, per esempio, si collegano sforzi mentali a consegne motorie, come imparare una lingua straniera facendo esercizi di abilità.
Il tempo libero dalle lezioni (pausa tra le ore, merenda, pranzo) è ugualmente gestito in modo da consentire agli allievi il movimento, per esempio con l'allestimento di una ludoteca in cortile, l'organizzazione di circuiti o campi da gioco disegnati sulla pavimentazione...
Ci sono poi, naturalmente, anche le ore dedicate all'educazione fisica vera e propria, a cui si aggiungono la piscina (2 volte alla settimana) ed il judo (1 volta a settimana), e qui i bambini hanno a disposizione un maestro speciale: l'allenatore della squadra olimpionica svizzera che, nel video che ho citato, spiega come l'arte marziale sia una disciplina pedagogica, poiché sul tatami si combatte con, non contro qualcuno. Ulteriori corsi sportivi facoltativi sono offerti al di fuori dell'orario scolastico. Il progetto include anche il percorso casa-scuola, che si invita a fare a piedi o in bicicletta, affinché i piccoli socializzino ed imparino a comportarsi nel traffico cittadino. Infine, i compiti a casa comprendono istruzioni bizzarre come tecniche di rilassamento o consegne motorie (es. leggere un racconto stando in equilibrio su una gamba sola).
Ecco, ho appena messo il punto all'ultima frase ed è scattato il senso di colpa... Ho realizzato, all'improvviso, di aver perso l'occasione di scrivere tutto l'articolo bilanciando il portatile sulla mano sinistra mentre dattilografavo con la destra e, nelle pause tra un paragrafo e l'altro, sciorinavo la lista dei verbi separabili tedeschi (possibilmente saltellando...). Ritiro il sarcasmo: lo ammetto, la mia è tutta invidia! Però un dubbio rimane: sarà proprio vero che questo metodo funziona?
Dai test comparativi, che i ricercatori di Macolin hanno fatto a campioni di scolari esposti ad un'offerta formativa standard e a quelli della scuola in movimento, risulta di sì. I secondi hanno idee più numerose e che coprono un numero maggiore di categorie. In sintesi: più elasticità mentale e anche la concentrazione è migliore.
La neurobiologia della classe tradizionale, insomma, ci addormenta. Un docente che monologa per il 70% del tempo, di argomenti che sono spesso lontani da interessi e esperienze dell'uditorio, affligge (per così dire) i nuclei motivazionali del cervello (lobo frontale, ipotalamo, ecc.) e se questi funzionano a marcia ridotta ne risente anche il corpo: diminuisce il tono muscolare, come la secrezione dell'adrenalina, la disponibilità di sangue al cervello e il metabolismo in generale. Sbadigli incontrollabili, spossatezza e pensieri che vagano altrove sono conseguenze tipiche che chiunque abbia assistito ad una conferenza o frequenti conoscenti logorroici ha condiviso.
Questa 'noia' (che noi al liceo, dandoci un tono, definivamo 'spleen baudelairiano') pare, in effetti, impossibile in un ambiente vivace e attivo come Macolin. Se i bambini hanno accesso all'apprendimento con tutti i sensi, il corpo smette di essere un elemento estraneo da domare alla disciplina della testa, ma è 'liberato' nelle sue potenzialità espressive. La repressione porta aggressività, mentre se si è liberi di muoversi si impara a testare la propria energia e forza e quindi anche a misurarle. Si crea inoltre un ambiente piacevole e allegro, in cui l'apprendimento passa attraverso l'espressione della propria gioia di vivere. E se si è felici, si ha fiducia in se stessi, si migliorano le prestazioni individuali, così come concentrazione e memoria.
È chiaro che una scuola così ha bisogno di strutture adatte e che un edificio 'normale' non si può convertire dall'oggi al domani, così come il personale docente ha bisogno di tempo per un aggiornamento che gli dia le competenze necessarie al nuovo sistema, però quel che si può già fare è, per esempio, integrare nel programma tradizionale alcuni pacchetti didattici offerti dalla scuola in movimento, arricchire l'insegnamento consueto con giochi attivi che stimolino la creatività e quindi l'interesse e l'attenzione dei bimbi. L'idea della Svizzera sarebbe di convertire tutte le scuole a questo sistema, per ora 1000 istituti hanno aderito e molti altri adattano l'esistente fin dove possibile.
A proposito, la movingschool c'è anche in Italia. E, in Italia, per concludere, già negli anni 80-90 si parlava di necessità di metodi d'insegnamento che coinvolgessero gli studenti, che si basassero sulla loro partecipazione diretta. In particolare mi piace citare il lavoro sociale ed educativo di Danilo Dolci, che sosteneva un metodo di apprendimento attivo sulla scia della maieutica socratica. Socrate con l'aiuto di domande stringenti 'tirava fuori' la verità dai discepoli che già l'avevano dentro (senza saperlo), proprio come una levatrice che aiuta la partoriente a sgravare. Dolci rigettava le verità preconfezionate, a favore di un processo di discussione, scambio, critica, che insegnasse ai partecipanti a sviluppare un'autonoma capacità decisionale. 
"Se l'occhio non si esercita, non vede.
Se la pelle non tocca, non sa.
Se l'uomo non immagina, si spegne."
(Danilo Dolci, da Il limone lunare)
Ecco, pace fatta con il senso di colpa: non potrò fare la giocoliera con il Mac, ma posso continuare a sognare... Ora scusate, ma ho un arrembaggio che mi aspetta!

3 commenti:

  1. Ogni volta che leggo un tuo articolo riesco a stupirmi e ad imparare quante cose interessanti ci siano e, per fortuna, tanto rivolto all’attenzione dei bambini e alla loro sana crescita. Un articolo veramente molto piacevole.

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  2. Gentile Debora, bello il tuo pezzo. Penso proprio che mi darò da fare per cercare di far conoscere e realizzare "scuola in movimento " in Sardegna.

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  3. Caro Antonello, grazie a te, sono contenta del tuo proposito! Questa è una brochure online con una descrizione del progetto della scuola in movimento, links e consigli, è dell'uff. federale per lo sport svizzero ma ho trovato una versione italiana. So anche che puoi scaricare gratuitamente moltissimo materiale didattico. Un imbocca al lupo a te e auguri ai bimbi, che possano imparare con gioia.

    http://www.baspo.admin.ch/internet/baspo/it/home/themen/foerderung/sport_schule.parsysrelated1.91500.downloadList.77939.DownloadFile.tmp/schulebewegtbroschiscreen.pdf

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