sabato 8 ottobre 2011

Indovina chi viene a cena...

David George Gordon aka The Bug Chef. (@ Ryan Miller/Capture Imaging)
David George Gordon è uno chef non convenzionale, le cui prelibatezze non sono alla portata di tutti. La sua passione per la cucina 'alternativa', che descriverò a breve, nacque nel 1995 durante una fiera di entomologia, che ebbe luogo a Washington e Seattle. Galeotta fu una tartina ai grilli che gli svelò un mondo di gusti delicati ed elevate proprietà nutritive. Sì, perché il signor Gordon ha trasformato quell'esperienza gastronomica in una fonte d'ispirazione e ha realizzato che ci si può dedicare alla divulgazione scientifica in un modo tanto poco ortodosso, da suscitare, almeno, la curiosità e l'interesse del pubblico.
Libri sugli organismi più negletti dalle hit-parade[s] di gradimento Gordon li scriveva già da prima: “The Compleat Cockroach”, una monografia di 178 pagine, l'aveva dedicato allo scarafaggio, la creatura “più disprezzata e incompresa della terra”. L'autore non si limita a descriverne le particolarità biologiche, ma ne segue le tracce in opere letterarie, canzoni, danze, espressioni artistiche e, ahimè per la blatta, in cucina (l'aggettivo 'compleat' del titolo, d'altra parte, è un refuso voluto che trasforma la forma corretta, 'complete', in 'complEAT': si studia nella sua completezza, ma si mangia pure!). Mi vien da pensare, con un brivido, che il dramma esistenziale e l'intero pacchetto di speculazione socio-psico-filosofica di Gregor Samsa, che si sveglia un bel giorno ('bel', si fa per dire...) scarrafone, sarebbe morto sul nascere, anzi sulla griglia, se a gironzolare nei pressi della Metamorfosi di Kafka ci fosse stato il nostro chef entomologo, pardon: entomofago.
Eat-a-Bug Cookbook” (“Ricettario Mangia-una-Mosca”) raccoglie 33 ricette dai nomi mirabolanti – spesso giochi di parole da humor inglese: “scorpioni scaloppini”; “three-bee salad” (l'insalata delle tre B, ma qui si gioca tra la resa fonetica della seconda lettera dell'alfabeto e la parola 'bee' che vuol dire 'ape'); “Pest-O” (dove 'pest' definisce gli insetti infestanti), la “Chocolate Cricket Torte” (con i grilli), o la tempura di tarantola (tempura è un metodo di cottura giapponese che prevede una pastella e frittura in olio bollente).
Il nostro chef registra anche video in cui prepara, in diretta, le sue ricette; però, almeno per i primi tempi, ne sconsiglio la visione all'ora di pranzo: l'ispirazione culinaria potrebbe venir meno...
In realtà, il suo intento va oltre l'eccentricità o la pura provocazione. È un fatto che in molte parti del mondo ci si cibi di insetti; si potrebbe anzi dire che chi non lo fa, rappresenti l'eccezione, non il contrario. Nel medio oriente si pasteggia a locuste, mentre in Cambogia i ragni fritti sono una leccornia. Africani e Sudamericani mietono quantità industriali di formiche e termiti. Se andate in Indonesia e vi fate attirare dalla poesia di un piatto chiamato “gamberetti del cielo”, sappiate che si tratta di libellule.
Gli insetti rappresentano, inoltre, una forma di sostentamento ricca e rispettosa dell'ambiente. Se invece di spruzzare pesticidi sui raccolti, dice Gordon, andassimo a raccogliere gli insetti che li infestano, avremmo vegetali biologici e un supplemento alla nostra dieta ricco di proteine (ma non solo: visto che i grilli sono ricchi di calcio e le termiti di ferro). L'autore ne consiglia 'l'allevamento', perché evita i rischi per l'ecosistema di una raccolta indiscriminata (gli stessi di una pesca che esaurisce le risorse ittiche, per esempio) e rappresenta una scelta ambientalista. L'allevamento di mucche, maiali e pecore è, e questo è un altro fatto incontrovertibile, un enorme spreco di risorse del pianeta, prima fra tutte d'acqua (una mucca da latte consuma dai 40 ai 140 litri di acqua al giorno).

ps. Un comunicato del 4 ottobre annunciava la protesta dell'enciclopedia libera che ha oscurato i contenuti in italiano per dare un anticipo di quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze per la rete, nel caso in cui il DLL sulle intercettazioni fosse diventato legge. La censura ha compreso i giorni 4, 5 e 6, quando ho messo mano a questo post. Questa è la ragione per cui i link presenti rimandano alla versione inglese. Nel frattempo, ci sono stati degli emendamenti, ma le modifiche non sono state ancora approvate in maniera definitiva, perciò non si ha certezza che il pericolo, paventato da Wikipedia, sia scongiurato.

1 commento:

  1. Ma dove le trovi queste notizie? Davvero simpatica, un altro mondo nuovo che gran parte delle persone non conosce. Bello il suggerimento di non seguire i video dello chef all’ora di pranzo. Molto interessante, cos’altro farai scoprire ai tuoi lettori nei prossimi articoli? Grazie. Bravissima.

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